L’Ora di Religione Cattolica, attualmente prevista in tutte le scuole italiane, ha rappresentato negli anni un acceso tema di conflitto tra il Ministero dell’Istruzione, gli studenti e le associazioni laiche.
L’ennesima polemica, con ragioni tutt’altro che di poco conto, è stata scatenata dalle recenti note ministeriali che hanno, di fatto, autorizzato gli istituti di scuola primaria e secondaria ad organizzare attività individuali o di gruppo alternative all’ora di religione cattolica, non prevedendo il ruolo del docente. Un estratto per chiarire questo punto recita “la scelta relativa alle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica trova concreta attuazione nelle diverse opzioni possibili: attività didattiche e formative; attività individuali o di gruppo con assistenza di personale docente; non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica”. Ma della prima delle tre opzioni, relativa alle attività didattiche formative, il Ministero non ha fatto seguito, nessuna indicazione, nessuna risorsa, nessun pensiero destinato alle famiglie non credenti o di diverso culto religioso.
L’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, da anni impegnata nella difesa del principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, ha sottolineato la mancanza di alternative “attive” nelle direttive ministeriali. Questa disattenzione, probabilmente voluta, unita al taglio dei fondi ormai costante nella scuola italiana, sta creando situazioni paradossali negli istituti.
Non sono poche le scuole che non possono pagare i docenti per l’ora di educazione alternativa, per cui la maggior parte delle volte, gli studenti sono lasciati a loro stessi nei corridoi della scuola, e sfruttano il tempo libero per chiacchierare tra loro.
In altre scuole, che non soffrono di mancanza di fondi, esiste, secondo l’Uaar “una strategia precisa che sembra tesa a clericalizzare la scuola pubblica. Per questo motivo l’Uaar intende tutelare in sede giuridica il diritto costituzionale alla libertà di coscienza e di espressione di genitori e alunni che non hanno scelto l’ora di religione, attraverso il suo sportello Sos Laicità e con il Progetto ora alternativa”.
L’Ora di Religione tra passato e futuro
L’Italia è indubbiamente un paese a tradizione cattolica, per cui ogni simbolo o rito storicamente importante per i cittadini, se messo in discussione, porta inevitabilmente a delle riflessioni profonde sulla società in cui viviamo.
La multiculturalità è una ricchezza se vissuta con rispetto e comprensione da tutte le parti coinvolte, di certo non possiamo ignorare la presenza di bambini e ragazzi di religione musulmana, ebrea, scintoista e semplici atei. La battaglia dell’Uaar è finalizzata alla creazione di una scuola laica per definizione, ma coinvolge anche i credenti di altre religioni.
È auspicabile che il Ministero avvii una concreta proposta per impiegare l’ora di religione cattolica in modo utile ed educativo per tutti gli studenti, ad esempio sostituendola con l’educazione civica o con l’educazione al web e ai social media.
Al netto di considerazioni personali e soggettive, come il credo religioso, è giusto che la scuola insegni i principi di tolleranza e incoraggi la libertà di pensiero senza escludere a priori chi la pensa diversamente?